Cgil al Governo: su voucher eviti presa in giro di Consulta e italiani

Richieste di incontro urgente della Cgil ai prefetti in tutte le province pugliesi. “Emendamenti alla manovra di aggiustamento del bilancio puntano a reintrodurre forme di lavoro non in coerenza con la legge che ha abolito i voucher. Pronti a coinvolgere Corte Costituzionale”

La Cgil esprime forte preoccupazione ed è mobilitata in tutte le sue articolazioni territoriali circa ipotesi di interventi sulla manovra di bilancio che risultino essere incoerenti con la decisione di abolire i voucher “Tutte le Camere del Lavoro provinciali – spiega il segretario generale della Cgil pugliese, Pino Gesmundo – stanno chiedendo incontri urgenti ai prefetti per rappresentare il corto circuito istituzionale che rischia di prodursi. Come è noto il provvedimento del Governo poi tramutato in legge dal Parlamento e che ha portato alla cancellazione dei voucher è conseguenza del milione di firme raccolte dal nostro sindacato a sostegno di un referendum abrogativo. Lo stesso, fissato per il 28 maggio, è stato annullato dalla Consulta in considerazione proprio del superamento delle richieste in esso contenute. Se dalla finestra qualcuno vuol provare a far rientrare quelle norme, troverà la Cgil pronta a mobilitarsi, anche coinvolgendo nuovamente la Corte Costituzionale”.

In sede di discussione della manovra di aggiustamento di bilancio, infatti, “sono stati presentati emendamenti che nulla hanno a che vedere con la materia in oggetto e insistono invece su una regolamentazione del lavoro con forme estremamente precarie. E’ compito del Governo – aggiunge Gesmundo – garantire coerenza rispetto alle decisioni assunte, oltre che evitare una clamorosa presa in giro della Consulta e di milioni di italiani, tutti quelli che hanno sottoscritto la nostra proposta di referendum che puntava a superare uno strumento di lavoro poverissimo e largamente diffuso. Siamo arrabbiati e con noi i lavoratori e i giovani, che erano i più colpiti dai voucher.  Piuttosto il Governo apra un confronto con il sindacato per normare il lavoro occasionale in ambito familiare, come proposto nella nostra Carta dei diritti universali, e discutere delle modalità di flessibilità già possibili oggi per le imprese senza doversene inventare ogni giorno di nuove”.