D'Alberto: mutuare pratiche di altre regioni per abbattere liste d'attesa in Puglia

Le liste di attesa sono spesso il segno tangibile della buona o della cattiva gestione della salute in un territorio.

In alcune A.S.L. di Puglia , come l'ospedale di Barletta, non si accettano prenotazioni di risonanza magnetica perché non c'è capienza neanche nel 2014. Ma identiche difficoltà vivono tanti altri presidi pugliesi, anche se con tempistiche diverse.

 

Alcune criticità sono certamente giustificate dal fatto che la Puglia sta uscendo da poco dal Piano di Rientro, Piano che ha bloccato qualsiasi forma assunzionale e non ha consentito la sostituzione dei circa 5 mila operatori sanitari che sono andati in quiescenza negli ultimi 3 anni. Ma è' necessario cercare, con le risorse in campo, forme organizzative che possono alleviare le sofferenze dei cittadini di Puglia.

 

È stato sottoscritto nei giorni scorsi, in forma sperimentale e su base volontaria, un protocollo di intesa tra le OO.SS. e la Regione Veneto per abbattere le liste di attesa sulla diagnostica.

 

L'accordo prevede il finanziamento del progetto con risorse aggiuntive ed al di fuori dell'orario di lavoro. L'operazione prevede erogazioni di prestazioni anche nelle ore notturne, ma già si registra un boom di prenotazioni nei fine settimana negli ospedali in cui è possibile svolgere  l'attività diagnostica.

 

Zingaretti nel Lazio in questi giorni ha dichiarato "guerra alle inumane liste di attesa: tac e risonanze per almeno 12 ore al giorno; intramoenia sospesa nelle strutture che non riescono ad abbattere i tempi di attesa; le strutture pubbliche private che devono mettere a disposizione del sistema di prenotazione il 60 per cento delle prestazioni erogabili.

 

Perché non provare ad utilizzare qualche buona pratica anche da noi. Le sedute aggiuntive, già praticate in Puglia negli anni scorsi, ha prodotto timidi risultati.

 

Una prima operazione da fare e' quella di associare la quasi totalità delle prestazioni delle strutture pubbliche e private ai centri unici di prenotazione; definizione di standard prestazionali per evitare che si accelera dove si premia e si ritarda nelle altre circostanze; Task force con risorse umane e finanziarie aggiuntive per aggredire il fenomeno delle attese utilizzando le fasce orarie non coperte. Almeno proviamoci .